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"Beauty Coaching": Scopri l'importanza della figura del Beauty Coach per la tua attività.

Roberta Pinna - Beauty Coach

26 gennaio 2024

Introduzione alla figura della Beauty coach

La Beauty coach è una figura decisamente innovativa, infatti nell’estetica, il coaching, quello vero, è poco utilizzato. 


La Beauty Coach rappresenta un'innovazione significativa nell'ambito dell'estetica, dove il coaching autentico è ancora poco diffuso. Questa figura si definisce come un accompagnatore nello sviluppo dei talenti e delle potenzialità del cliente, utilizzando "domande potenti" che inducono alla riflessione senza giudicare. Questo articolo esplorerà chi è il Beauty Coach, l'origine di questa figura e perché è essenziale per scoprire e sviluppare i propri talenti.


La Bussola del Coach…che cosa è?


Il processo di coaching si articola attraverso diverse “sessioni” e la prima (definita la sessione zero) è quella della conoscenza iniziale, è quella che ti fa capire bene quali sono le necessità del centro estetico/coachee in quanto team e  che porta alla definizione di obiettivi, strategie e azioni concrete. Ogni istituto è unico, e il coaching si adatta alle persone, competenze e esperienze, lavorando in modo personalizzato sulle potenzialità e sullo sviluppo dei talenti. Questa è anche la fase che ti fa capire bene se ci sono i presupposti e la volontà per intraprendere un percorso di coaching e cioè di crescita o meno.


Quindi, si può affermare che il processo di coaching si articola per fasi:

  1. l’esplorazione della situazione del cliente;
  2. identificazione dell’obiettivo-risultato atteso del percorso di coaching
  3. definizione della strategia e delle azioni “Action Plan” che permettano di “allenare” e approfondire l’obiettivo-risultato desiderato e cioè il work-out. 
  4. Ogni Istituto è differente, perchè differenti sono le persone, le competenze, il vissuto, motivo per cui si lavora in maniera personalizzata sulle potenzialità e non sulla “formazione” standardizzata! 


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Origine e sviluppo del Coaching 

Il termine «coach» è un termine inglese che appare nel xv secolo e sembra che inizialmente indicasse un mezzo di trasporto (carrozza trainata da un cavallo), in anni più recenti ha assunto l’accezione nei paesi anglosassoni di «allenatore».


Considerando il
coaching moderno da una prospettiva educativa e’ possibile affermare che le sue origini sono molto più lontane.


Socrate: la capacità di autodeterminarsi 

Il primo coach della storia è stato Socrate che nacque ad Atene nel 469 a.c. e con l’affermazione “conosci te stesso” raccontava ironicamente di averla letta sul tempio di “Delfi”.


Socrate riteneva che ciascun individuo sulla base della propria autocoscienza avesse la
capacità di autodeterminarsi.
 


Gallwey: l’interiorità nell'influenza del gioco

Compiendo un salto temporale di circa 2500 anni arriviamo al 1974 con Timothy Gallwey che sulla base della sua esperienza, come capitano del team tennistico alla Harvard University nel 1960 pubblicò l’innovativo libro «The Inner game of tennis».

Nello specifico si accorse come le performance sportive di atleti con eccellenti competenze tecniche e grandi potenzialità potevano essere influenzate dallo
stato d’animo o situazioni interiori.
Divenne celebre una sua frase:
«concentrare tutta l’attenzione sulle variabili del gioco esterno e trascurare le abilità e le discipline del gioco interiore è come cercare di camminare con una gamba molto lunga e una molto corta.»

Sono passati solo 40 anni da quando quest’approccio di allenamento sportivo/coaching, entra a far parte del mondo sportivo e presto si riconosce come possa essere applicato in altri ambiti. 


Il metodo Inner Game e il modello GROW

Il metodo Inner Game fu accolto ed applicato nel mondo del lavoro da aziende come «Apple, IBM, Coca-Cola, Rolls-Royce». 

Di fatto hanno capito come il metodo del coaching portasse ad incrementare l’efficienza e l’impatto che ha sulle performance, e come le sole competenze tecniche  non siano sufficienti per portare all’eccellenza


Colui che portò definitivamente il coaching nelle aziende fu
Sir John Whitmore (1937-2017) «il padre del coaching», amico e collega di Gallwey, ha fondato insieme ai colleghi Inner Game Society, che è diventata poi Performance Strategy azienda di eccellenza mondiale. 

Fu l’autore del modello Grow che è l’acronimo di:

  • Goal (fissare l’obiettivo del breve e lungo periodo)

  • Realty (verificare la realtà e cioè i dati di fatto, al fine di analizzare la situazione)

  • Options (verificare le opzioni e le strategie alternative di azione per raggiungere l’obiettivo definito)

  • Will (verificare la volontà del coachee di mettere in atto quanto discusso) - What (che cosa si deve fare) - When (quando farlo) - Who (chi deve farlo).


Seligman e la psicologia positiva

A seguire ci sono stati altri grandi coach come Seligman fondatore negli anni 90 della Psicologia Positiva autore di diversi Best-Seller tra cui “La Costruzione della felicità”.

Secondo Seligman
“La felicità autentica consiste nel provare emozioni positive riguardo al passato e al futuro, nell’assaporare sensazioni positive derivanti da tanti piaceri dell’esistenza, nel trarre abbondante gratificazione dalle proprie potenzialità personali e nell’usare tale potenzialità al servizio di qualcosa di più grande!” 

Nello specifico l’autore identifica attraverso lo studio comparativo di 200 testi antichi, tra cui la Bibbia, il Corano, gli scritti di Aristotele e di Platone, San Tommaso, Sant’Agostino etc., 24 potenzialità “universali” presenti nel comportamento umano. In sintesi secondo Seligman i fattori che determinano la felicità sono riassumibili nella formula:

Felicità = Felicità Costituzionale + Circostanze Vita + Fattori sotto il nostro controllo


La formula della felicità di Seligman 

Nella formula della felicità di Seligman, ove per felicità costituzionale si intende quella tramandata che pesa circa il 50%, le circostanze della vita dipendono dal contesto in cui si nasce e si vive ed hanno un ‘incidenza del 10%, e i fattori sotto il nostro controllo sono quelli invece dove possiamo intervenire aumentandone o diminuendone il livello di felicità, impattano infatti un buon 40%.
Questi riguardano la nostra valutazione sul passato che è influenzata dalla capacità di provare gratitudine e di saper perdonare, così come la visione sul futuro e la capacità di entrare in contatto con le nostre potenzialità e la quantità di emozioni positive che riusciamo a provare nell’arco della giornata. 

Seligman identifica una stretta correlazione tra l’utilizzo delle proprie potenzialità e la creazione di emozioni positive.
Per questi motivi è molto importante riconoscere e sviluppare le potenzialità personali, per garantire la
piena gratificazione di se’


Maslow e la centralità dell’individuo 

Altro contributo lo si deve a Maslow con il merito di aver spostato tutte le attenzioni sulla centralità dell'individuo. Fondatore nel 1964 della psicologia umanistica, ha dato un notevole sviluppo al coaching umanistico

Nella sua piramide dei bisogni sosteneva che le persone sono spinte dai bisogni e non dai problemi, e di come i bisogni siano universali e più complessi: dal bisogno di sopravvivenza al bisogno di autorealizzazione. 


Il coaching oggi 

Negli ultimi anni il coaching è diventato sempre più popolare sia come metodo di sviluppo professionale all’interno delle aziende, che come strumento nella gestione dei team aziendali


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Definizione di Beauty Coaching

Si può affermare allora che il coaching è: »uno strumento/metodo/relazione che viene messo a disposizione del cliente (coachee) affinchè lo stesso raggiunga i risultati desiderati utilizzando al meglio le proprie potenzialità e conseguentemente migliorando la propria qualità di vita e felicità!»

Di conseguenza è uno strumento di miglioramento che favorisce il cambiamento, e’ un rapporto di partnership che si stabilisce con il cliente/coachee e che trasforma il pensiero in azione, il sogno in realtà, e ancora sviluppa le potenzialità nascoste, quelle inespresse e a volte anche represse.


Che cosa non è il coaching? è altrettanto importante definirlo! 

Il coaching non è una terapia, non è una consulenza, non è formazione fine a se stessa, non è psicoterapia, non è psicologia, non è una «guida», ma un accompagnatore, non è una cura, non fornisce in nessun modo dipendenza, anzi lo scopo del coaching è rendere autonomi i clienti!


Ruolo della Beauty Coach nel processo di trasformazione

Il ruolo della Beauty Coach nel processo di trasformazione è fondamentale, si deve agire sulle tre macro-aree dell’autorealizzazione personale, in quanto  la stessa è la condizione più vicina alla felicità. Al riguardo abbiamo visto quanto espresso da Maslow. Più recentemente la Self- Determination Theory di Deci e Rayan, professori dell’Università di Rochester USA identificano come i bisogni/aspettative di autorealizzazione degli individui possano riguardare tre aree ben precise, sulle quali, una volta identificata possiamo lavorare sulla relazione.


Il Beauty Coach agisce sulle macro-aree dell'autorealizzazione personale: relazionalità, autonomia e competenza.


Relazionalità:
rappresenta il bisogno di ogni individuo di coltivare e costruire le relazioni sociali soddisfacenti, si lavorerà sulle relazioni presenti e sul cambiamento di comportamenti e strategie che possono portare a un miglioramento delle stesse. Ad esempio il Team di lavoro all’interno dell’Istituto.


Autonomia
: si basa sulla tendenza innata degli individui a sentirsi autonomi nelle proprie scelte. Può accadere che il coachee voglia in realtà uscire da una situazione che sente “imposta”, non sua, ma non sempre sa riconoscere da dove arrivi, e che non è allineata alla sua personalità. Ad esempio la scelta di eseguire o meno determinati servizi/trattamenti.


Competenza:
Riguarda la necessità umana di sentirsi competenti, efficaci di saper fare. Ad esempio la formazione inerente la diagnosi come primo step prima di qualsiasi proposta di percorso viso o corpo. Sono capace di eseguire una corretta diagnosi?

Le tre macro-aree servono come traccia per capire dove lavorare, non è detto che si debba lavorare su tutte le aree così come è vero anche il contrario. 


Vantaggi del Beauty Coaching per i Centri Estetici

I vantaggi di essere seguiti in un processo di Beauty coaching, sono molteplici:

partiamo dalla differenziazione, sé come Centro estetico imposto il lavoro seguendo tutti gli aspetti elencati fino ad ora, va da sé che ne godrò in termini di visibilità rispetto ai miei competitor, ma anche in termini di professionalità in quanto le mie competenze cresceranno, i clienti saranno più fidelizzati perchè si lavorerà su ognuno in maniera personalizzata, si sentiranno più sicuri nell’investire i loro soldi in risultati certi! Non sono da sottovalutare i risultati economici che saranno la diretta conseguenza di questo lavoro che verte a creare un proprio Brand Positioning!

Competenze e Qualità di una Beauty Coach

Le competenze di una Beauty Coach certificata AICP comprendono conoscenze di sistema, competenze realizzative e trasversali attuali e potenziali.

  • Competenze di Sistema e cioè il Sapere, quindi conoscenza degli aspetti giuridici, conoscenza di letteratura e bibliografia di riferimento sul coaching, padronanza di metodologie e strumenti del coaching, Conoscenza delle differenze tra coaching, psicoterapia e consulenza.
  • Competenze realizzative e cioè il Saper Fare, pertanto creare una relazione di fiducia con il coachee, creare alleanza, stimolare l’apprendimento e la consapevolezza, elaborare piani di azione, promuovere l’autonomia, individuare ed esplorare parole chiave del coachee, usare domande facilitanti, efficaci, “potenti”, dare feedback efficaci.
  • Competenze trasversali attuali e cioè il Saper essere, si entra nella sfera delle attitudini personali e quindi la consapevolezza delle emozioni proprie e del coachee, l’ascolto attivo, Empatica, Autotentica, Autoriflessiva, Non giudicante, Etica, Congruente tra sapere, saper essere e saper fare.


Per quanto concerne l’atteggiamento deve essere curiosa, tenace, vitale, autonoma e positiva.

  • Competenze trasversali potenziali in AICP e cioè il saper divenire e il saper stare insieme. Nel primo caso si intende che una beauty coach deve impegnarsi al miglioramento continuo “Long Life learning”, sviluppare intelligenza sociale, coltivare la propria vena creativa e aggiornarsi continuamente. Mentre lo saper stare insieme sta ad indicare l’apertura al confronto, creare un’identità del “NOI”, promuovere comportamenti etici.


Come Scegliere una Beauty Coach 

Il compito della beauty coach è quello di porre il “focus” e individuare le aree che generano frustrazione, rabbia, sconforto o altre emozioni negative, perchè spesso sono quelle che nascondono delle potenzialità represse, che devono essere trasformate in potenzialità espresse, allenandole attraverso il work-out che come si è visto è strettamente legato al piano d’azione. Potrà capitare che l’estetista/cliente  incontri degli ostacoli che possono essere interni o esterni, e’ compito della beauty Coach esplorare gli ostacoli per accompagnarla nello sviluppare una strategia di “problem solving” ovvero come risolvere gli ostacoli che emergono, ad esempio creando dei sotto-obiettivi, senza perdere di vista il raggiungimento dell’obiettivo finale!

Come scegliere la beauty coach perfetta? Ascolta la sua storia.

Ora ti racconto la mia.


Il tutto nasce per me nel 2018 quando decido di certificarmi frequentando la Scuola di Coaching, perchè desidero lavorare con le mie clienti estetiste in modo differente dai “Formatori” e quindi non voglio essere io a dire loro quello che “devono fare”, ma al contrario desidero con l’utilizzo del coaching accompagnarle a capire quello che desiderano “essere”. Si possono eseguire i servizi che vengono richiesti dal mercato in base anche alle mode del momento, oppure si possono creare dei “protocolli di lavoro” basati sulle proprie passioni e competenze da scoprire insieme attraverso “il metodo del coaching”!

L’ascolto attivo è fondamentale, soltanto così si riuscirà a creare un percorso idoneo ad ogni esigenza. 

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